La mitad del mundo (di U. Mantaut)

>> domenica 1 marzo 2009

Fra i meridiani e i paralleli l’Equatore è il re, con la sua corte invisibile di linee che avvolgono la Terra da nord a sud, da oriente a occidente.
L’Equatore è un sovrano panciuto, con 40.000 km di circonferenza, perciò merita molto rispetto. Sulle navi si saluta il suo attraversamento con lo champagne, in aereo lo si ricorda appena fra le notizie di rotta, ma per via di terra l’incontro suscita grande emozione.
Poco a nord di Quito gli ecuadoriani hanno eretto uno dei più strani monumenti esistenti al mondo, un obelisco all’Equatore, un omaggio al dio Sole, Inty.
Si esce dalla città in un paesaggio brullo per l’altitudine e le colate laviche che castigano la vegetazione. In breve si raggiunge San Antonio de Pichincha e si fa sosta in un piccolo ufficio dall’aspetto molto burocratico. Un funzionario rilascia al viandante un solenne diploma alla presenza di due testimoni. I timbri ufficiali consentono di essere ammessi alla visita del monumento equatoriale con le carte in regola.
Eccolo, finalmente, l’Equatore materializzato al suolo sotto forma di una linea di cemento grigia in campo rosa. La metà del mondo!
Ci si può mettere a gambe divaricate, un piede nell’emisfero nord, l’altro nell’emisfero sud, un occhio alla Stella polare, l’altro alla Croce del sud. Ci si può stringere la mano stando in due parti del mondo differenti, mentre a nord è estate e a sud pieno inverno.

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